(AGI) Roma - Nonostante gli inviti del Colle a trovare una
soluzione, la riforma della legge elettorale sembra ancora in
alto mare. I partiti, irrigiditi sulle rispettive posizioni,
sembrano ben lontani dal siglare un accordo. Chiude al
proporzionale ed alle preferenze, il segretario dei
democratici, Pier Luigi Bersani, dopo le indiscrezioni
trapelate sui giornali - che vogliono un accordo Pdl Udc per
'stanare' il Pd. Pier Ferdinando Casini invita ad andare al
'sodo' e a trovare una soluzione comune fra tutte le forze di
maggioranza. Parla di "palude" in cui si trovano i partiti che
sostengono Monti, il segretario della Lega, Roberto Maroni, che
ritiene impossibile un voto anticipato a novembre e propone
che, sulla legge elettorale, sia l'aula a pronunciarsi perche'
il Parlamento e' sovrano. Con il vicepresidente vicario dei
senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, spunta l'ipotesi, data
la situazione, di una riforma di transizione per aprire, poi,
una prossima legislatura costituente. In Senato, oggi si e'
riunita la Commissione affari Costituzionali, ma non si e'
parlato della legge elettorale. Carlo Vizzini, presidente della
stessa commissione, vuole aspettare ancora questa settimana per
verificare la possibilita' di un accordo e, in caso contrario,
si rivolgera' al presidente del Senato, Renato Schifani, in
modo da individuare un'altra via parlamentare. In attesa,
lancia un appello alle forze politiche: facciano tutte un
piccolo passo indietro per giungere ad un accordo politico
alto. "Noi abbiamo la nostra proposta: premio di governabilita'
e preferenze secondo noi - ha spiegato oggi Maroni - si deve
dire prima delle elezioni con chi si vuole governare, con quale
programma e con quale premier. Senno' si torna indietro di 20
anni". Poi dice no al premio di maggioranza Il leader dell'Udc,
Pier Ferdinando Casini, ha ammonito: se non vogliamo fare un
monumento all'antipolitica bisogna che veniamo al sodo.
cerchiamo di unire e non di dividere. Auspico che Pdl, Pd e noi
siamo in condizione di votare assieme un testo". "Lasciamo
stare il sistema tedesco e le altre ipotesi di scuola: semmai
qualcuno avesse in testa di andare a un sistema seccamente
proporzionale", in una situazione "come quella italiana", e
cioe' "portando matematicamente il paese all'ingovernabilita',
dovra' vedersela con noi", ha detto Bersani.
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