mercoledì 12 settembre 2012

Legge elettorale, Bersani: "no al proporzionale"

(AGI) Roma - Nonostante gli inviti del Colle a trovare una soluzione, la riforma della legge elettorale sembra ancora in alto mare. I partiti, irrigiditi sulle rispettive posizioni, sembrano ben lontani dal siglare un accordo. Chiude al proporzionale ed alle preferenze, il segretario dei democratici, Pier Luigi Bersani, dopo le indiscrezioni trapelate sui giornali - che vogliono un accordo Pdl Udc per 'stanare' il Pd. Pier Ferdinando Casini invita ad andare al 'sodo' e a trovare una soluzione comune fra tutte le forze di maggioranza. Parla di "palude" in cui si trovano i partiti che sostengono Monti, il segretario della Lega, Roberto Maroni, che ritiene impossibile un voto anticipato a novembre e propone che, sulla legge elettorale, sia l'aula a pronunciarsi perche' il Parlamento e' sovrano. Con il vicepresidente vicario dei senatori del Pdl, Gaetano Quagliariello, spunta l'ipotesi, data la situazione, di una riforma di transizione per aprire, poi, una prossima legislatura costituente. In Senato, oggi si e' riunita la Commissione affari Costituzionali, ma non si e' parlato della legge elettorale. Carlo Vizzini, presidente della stessa commissione, vuole aspettare ancora questa settimana per verificare la possibilita' di un accordo e, in caso contrario, si rivolgera' al presidente del Senato, Renato Schifani, in modo da individuare un'altra via parlamentare. In attesa, lancia un appello alle forze politiche: facciano tutte un piccolo passo indietro per giungere ad un accordo politico alto. "Noi abbiamo la nostra proposta: premio di governabilita' e preferenze secondo noi - ha spiegato oggi Maroni - si deve dire prima delle elezioni con chi si vuole governare, con quale programma e con quale premier. Senno' si torna indietro di 20 anni". Poi dice no al premio di maggioranza Il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, ha ammonito: se non vogliamo fare un monumento all'antipolitica bisogna che veniamo al sodo.
  cerchiamo di unire e non di dividere. Auspico che Pdl, Pd e noi siamo in condizione di votare assieme un testo". "Lasciamo stare il sistema tedesco e le altre ipotesi di scuola: semmai qualcuno avesse in testa di andare a un sistema seccamente proporzionale", in una situazione "come quella italiana", e cioe' "portando matematicamente il paese all'ingovernabilita', dovra' vedersela con noi", ha detto Bersani.

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