giovedì 23 agosto 2012

Crescita e sviluppo, quesi gli argomenti centrali del governo Monti

(AGI) - Roma, 22 ago. - Parola d'ordine: ripartenza. La cosiddetta fase due del governo Monti si aprira' formalmente la mattina di venerdi', quando sul tavolo del Consiglio dei ministri sara' "aggiornato il programma di governo con particolare riferimento alla crescita". Il presidente del Consiglio, Mario Monti, rientrato in tarda mattinata a palazzo Chigi, ha gia' avviato i contatti con i ministri Vittorio Grilli e Corrado Passera in vista della prima riunione di governo dopo la pausa estiva: il premier chiedera' ai ministri di aiutarlo a stilare la road map che caratterizzera' la seconda parte del lavoro dell'esecutivo e che avra' lo scopo di riavviare il motore della ripresa. E l'occasione per il primo giro di tavolo sara' appunto il Consiglio di venerdi'. A riferire un anticipo delle intenzioni del governo sono stati gli stessi esponenti dell'esecutivo: "ora il Paese deve ripartire e' il momento di attuare quello che abbiamo fatto dal 15 novembre", dice il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca. "La gente ora deve vedere le gru nei cantieri, gli asili che aprono, i bandi che partono". La missione del governo, insiste Barca, "e' quella di realizzare gli interventi. Non si tratta soltanto di scrivere i regolamenti ma di vigilare perche' tutta la catena decisionale si attivi: dal centro alla periferia". E che dopo i tagli sia arrivato il momento della crescita lo ribadisce il viceministro per Mario Ciaccia, che annuncia un "provvedimento per la defiscalizzazione delle nuove infrastrutture per le quali sia accertato, dal punto di vista tecnico, che non sono sostenibili per un piano economico e finanziario con l'attuale gravame di Iva". Il provvedimento allo studio dovrebbe tradursi in un disegno di legge, e nelle intenzioni del vice di Passera dovrebbe puntare ad una "sterilizzazione totale dell'Iva con un impatto di 5-6 punti di Pil e la creazione di centinaia di posti di lavoro. Su questo credo che dobbiamo intervenire e questo proporro' ai colleghi di governo". La proposta di Ciaccia incassa il plauso di Confindustria: secondo il numero uno di viale dell'Astronomia, Giorgio Squinzi, "le ulteriori misure a sostegno della crescita annunciate in questi giorni da alcuni esponenti del governo vanno nella giusta direzione". Per Squinzi, "una piu' ampia e coerente defiscalizzazione dei nuovi investimenti determina un ulteriore e decisivo contributo finanziario alla riduzione del nostro gap infrastrutturale". Il Consiglio di venerdi' comunque, viene spiegato, non dovrebbe comunque varare misure immediate. Si trattera' piuttosto di un primo giro di tavolo per stilare una sorta di piano d'azione che si sviluppera' nelle settimane successive. Il governo vedra' gli imprenditori ai primi di settembre e mercoledi' prossimo Monti volera' a Berlino per un incontro con la cancelliera Angela Merkel. Bisognera' anche fare il punto sulle risorse a disposizione. Che la coperta sia stretta e che i fondi da destinare alla crescita non siano molti sembra scontato. Il sottosegretario Fabrizio Polillo esclude che ci siano "soldi a sufficienza per misure ampie" come il cuneo fiscale, ma apre alla possibilita' di recuperare i 6 miliardi necessari ad annullare definitivamente l'aumento Iva attraverso la riduzione delle detrazioni e deduzioni fiscali. Appoggio al governo sulla crescita arriva dai partiti della maggioranza: "Da un lato dobbiamo evitare di disperdere gli sforzi e i sacrifici che abbiamo compiuto negli ultimi nove mesi, dall'altro la campagna d'autunno che abbiamo davanti e' quella della crescita. Si dovra' lavorare sul versante del lavoro", dice il vicesegretario del Pd Enrico Letta, secondo cui "Monti ha fatto benissimo a impostare la ripresa sul tema dei giovani". "Ora occorre uno sforzo in piu' per la crescita, non bastano i sacrifici, serve qualcosa in piu' che dia un impulso alle imprese e alla crescita", aggiunge il vicepresidente della Commissione europea, Antonio Tajani. Ma il Pdl insiste sulla necessita' di intervenire anche sul lato taglio delle tasse: "Rassicurare i mercati e' necessario, ma non sufficiente - dice Anna Maria Bernini, portavoce nazionale vicario del Pdl - ora bisogna rassicurare i cittadini. E per fare questo il presidente Monti deve da subito lanciare una vera fase due all'insegna della crescita e dello sviluppo. Al cdm di venerdi' prossimo non sia un tabu' parlare di abbassamento del carico fiscale a vantaggio di famiglie ed imprese".  

Le 100 donne più potenti del mondo. Al primo posto c'è la "culona" di Berlusconi


La rivista Forbes qualche giorno fa ha  pubblica la consueta classifica annuale delle 100 donne più potenti del mondo, dove compaiono politiche, imprenditrici e personaggi dei media che, come segnala la signora Forbes, , sono “donne di potere che esercitano influenza in modi molto diversi e con finalità molto differenti, e tutte con impatti molto diversi sulla comunità globale”.

Qualche sorpresa rispetto alla classifica dell’anno scorso c’è, ma non riguarda il primo posto dove svetta ancora il cancelliere tedesco Angela Merkel come donna più potente del mondo. A salire con lei sul podio, al secondo posto il segretario di Stato americano Hillary Clinton e al terzo il presidente brasiliano Dilma Rousseff. Tra le prime cinque in classifica, ci sono anche Melinda Gates, co-presidente della Fondazione Bill & Melinda Gates e moglie del fondatore di Microsoft, e Jill Abramson, direttrice del New York Times. Al sesto posto Sonia Ghandi, capo del Partito del Congresso in India, davanti alla First Lady statunitense Michelle Obama che nel 2010 era al numero 1, e a Christina Lagarde, direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, che guadagna una posizione rispetto allo scorso anno.


Questa la classifica fino al 20esimo posto: 1 - Angela Merkel, Chancellor, Germany 2- Hillary Clinton, Secretary of State, United States 3 - Dilma Rousseff, President, Brazil 4 - Melinda Gates Co-Chair, Bill & Melinda Gates Foundation 5 - Jill Abramson, Executive Editor, New York Times Co. 6 - Sonia Gandhi, President, Indian National Congress, India 7 - Michelle Obama, First Lady, United States 8 - Christine Lagarde, Managing Director, International Monetary Fund 9 - Janet Napoletano, Secretary, Department of Homeland Security, United States 10 - Sheryl Sandberg, COO, Facebook 11 - Oprah Winfrey, Entrepreneur, Personalità 12 - Indra Nooyi, Chairman and CEO, PepsiCo 13 - Irene Rosenfeld, Chairman and CEO, Kraft Foods 14 - Lady Gaga, Musician, Philanthropist 15 - Virginia Rometty, President and CEO, IBM 16 - Cristina Fernandez de Kirchner, President, Argentina 17 - Ursula Burns, Chairman and CEO, Xerox 18 - Meg Whitman, CEO, Hewlett-Packard 19 - Aung San Suu Kyi, Chair and Parliamentarian, National League for Democracy, Burma 20 - Maria das Gracas Silvia Foster, CEO, Petrobras-Petròleo Brasil

Letta (PD): riforma elettorale vicina. Ma poi Udc e Pdl frenano


LEGGE ELETTORALE, E. LETTA ANNUNCIA L' ACCORDO, POI SI CORREGGE

"Sulla nuova legge elettorale l' accordo c'è e fra poco verrà comunicato. Non solo, quando verrà annunciato scatenerà sicuramente le critiche di chi vuole continuare a nominare i
parlamentari".
E' Enrico Letta, vicesegretario del Pd, a dare l' annuncio molto atteso in questi ultimi giorni visto il rinnovato attivismo dei partiti sul tema, in agenda da anni.
Ed è lo stesso Enrico Letta a frenare, subito dopo. "Sul Sussidiario.net - scrive in una nota - ho detto che la settimana prossima è quella cruciale per la legge elettorale. L'accordo è ormai a portata di mano. E' l'ultima chance. Va colta a tutti i costi per ridare ai cittadini il potere di scegliere i parlamentari. E cominciare così a ridare credibilità al Parlamento. Noi ci crediamo e stiamo facendo di tutto per farcela".
Accordi non ce ne sono ancora, ma ci sono le condizioni perché la prossima sia la settimana decisiva, precisa a sua volta il segretario nazionale Udc Cesa

Generazione Spread

Ci sono in Italia oltre due milioni di giovani che non stanno né studiando né lavorando. Un dato in forte crescita – non solo nel nostro Paese, perché il fenomeno dei cosiddetti né-né, o neet in inglese, è una piaga diffusa in tutta Europa – che non si spiega solo con la lunga crisi economica che sta mettendo a dura prova la tenuta sociale del Vecchio Continente. E ci sono ormai oltre 36 giovani su 100, cioè più di uno su tre nella fascia 18-24 anni, che nel nostro Paese cercano un lavoro, ma non lo trovano.  Questo sì in gran parte a causa della crisi economica, eppure non solo per questo.
E’ evidente che le ragioni di un malessere così diffuso e di una condizione così grave, peraltro non in via di assorbimento in tempi rapidi, dopo cinque anni di crisi finanziaria ed economica praticamente ininterrotta, non possono essere ricercate esclusivamente nella caduta degli indici. Una crisi del lavoro così forte, così lunga e difficile da risolvere, non può che essere l’effetto di limiti oggettivi e concreti del ciclo economico, ma allo stesso tempo origine a sua volta di quelle difficoltà, in un circolo vizioso nel quale causa ed effetto finiscono per avvitarsi pericolosamente.
La crisi genera carenza del lavoro, la fragilità del senso del lavoro amplifica la crisi. La flessibilità porta insicurezza, la sfiducia aumenta la precarietà. “Generazione spread”, la si potrebbe chiamare. Dove nel deserto delle offerte, il differenziale da colmare può essere anche quello tra la dimensione del sacrificio e la sfida di imparare a governare la condizione di flessibilità. I fattori decisivi sono da ricercare in buona parte nel percorso formativo e di orientamento. Un terzo degli studenti italiani oggi abbandona la scuola superiore statale e ben il 20% possiede la sola licenza media. Un dato preoccupante se accostato al forte aumento di iscrizioni ai licei, che ormai riguarda un giovane su due. Si aspira cioè all’università, ignorando percorsi professionali intellettualmente meno ambiziosi, ma alla prova dei fatti il traguardo più alto viene raggiunto solo in pochi casi: risultano così inevitabilmente in calo i giovani che si iscrivono all’università, scesi dal 73% del 2003 al 63% del 2009, e di quelli che arrivano a discutere la tesi, solo il 20% tra i 30 e 34 anni. Insomma: pochi giovani preparati ai lavori manuali, pochi laureati, e un sistema scolastico che continua paradossalmente ad assicurare sbocchi occupazionali post-laurea più ai figli dei ricchi che a quelli delle famiglie bisognose, negando il merito e fallendo l’obiettivo dell’uguaglianza nelle opportunità. Con un’età di ingresso nel mondo del lavoro che cresce inesorabilmente.
A dominare è stato allora un modello che ha trascurato la ricerca della qualità nella destinazione delle risorse e che ha educato più al mito dell’arricchimento fine a se stesso, anziché formare al lavoro come opportunità per trasformare la realtà. Che sia stato anche questo uno dei fattori che ha alimentato la crisi è ormai evidente.
> Massimo Calvi – Avvenire 29/07/2012

lunedì 20 agosto 2012

Salve a tutti i lettori e le lettrici del nostro blog. Ci scuserete per la scarsa attenzione che io e gli altri autori dediachiamo al blog in un mese rovente come Agosto.

Ci scusiamo nuovamente con voi, ma vi garantiamo che da settembre il numero di pubblicazioni e, in particolare, di post scritti da noi per voi, aumenterà.

Cogliamo questa opportunità per ribadirvi che le "porte" del blog sono aperte a tutti, di qualsiasi ideoligia, purchè rispetti il soggetto con cui si sta dialogando.  Per info o contatti http://dialetticapolitica.blogspot.it/p/info.html oppure...scirvete al nostro indirizzo mail ufficiale








Vi auguriamo un buon inizio di settimana.

Ingroia contro Monti: Ingenerose sue parole


Procuratore Palermo Ingroia contro Monti: Ingenerose sue paroleRoma, 19 ago. (TMNews) - "Il riferimento di Monti all'attività della procura di Palermo lo definirei un po' ingeneroso". Così il procuratore aggiunto di Palermo Antonio Ingroia torna, intervistato da 'Sky Tg 24' sulle parole pronunciate dal premier in un'intervista al settimanale ciellino 'Tempi'. "Noi abbiamo sempre rispettatola legge e le regole - dice il magistrato a SkyTg24 - anche perché abbiamo avuto di recente conforto e sostegno nell'intervento del presidente emerito della Corte Costituzionale, Zagrebelsky, che è un profondo conoscitore del diritto e della Costituzione, e che ci ha dato ragione". Per Ingroia se si è arrivati a questo punto "è perché il Parlamento non ha legiferato, benché già vent'anni fa si era registrato un caso di vuoto amministrativo". "Di fronte a ciò - afferma il pm - i magistrati altro non possono fare che applicare la legge così com'è. La politica ancora una volta è stata inerte". "Il conflitto di attribuzione è uno strumento che legittimamente il capo dello Stato ha scelto per trovare una soluzione superiore su un punto che è oggetto di controversia", dice riferendosi a Giorgio Napolitano che ha deciso di rivolgersi alla Corte Costituzionale.

"Il governo Monti ha salvato l'Italia, ora tocca alle imprese"

Roma, 19 ago. (TMNews) - "Il governo ha risanato il Paese. Ora tocca alle imprese". Così il ministro del Welfare, Elsa Fornero. "L'Italia - spiega in un'intervista a 'La Stampa' - ha sicuramente recuperato maggiore solidarietà finanziaria e immagine. Il nostro compito ora è quello di convincere le imprese a investire". Il rigore resta indispensabile: "Le restrizioni finanziarie rischiano di penalizzare la crescita, ma costituiscono un prerequisito necessario. Le crescite basate sul disavanzo di bilancio valgono solo a breve termine". La sfida ora è favorire lo sviluppo. Secondo Elsa Fornero "essenziale è la riforma del mercato del lavoro, a partire dalla necessità di arginare la precarietà. Ma non esiste una bacchetta magica, occorre agire su diversi fronti: modifica dell'articolo 18 e maggiore flessibilità delle imprese. Ma anche misure come la liberalizzazione, il pacchetto sviluppo, la semplificazione". Il premier Mario Monti, nell'intervista al settimanale 'Tempi', ha sostenuto che sul lavoro "forse andranno aggiornati alcuni aspetti". "Non esistono dogmi", spiega la titolare del Lavoro, "la riforma va calata nel tessuto sociale per migliorare produttività e la competitività delle imprese. A tal fine serve un monitoraggio da parte di accademici, parti sociali e politici". Sul mercato la "tregua d'agosto" per ora regge. "Il governo - assicura Fornero - sta lavorando perché l'Italia non debba ricorrere allo scudo anti spread"

sabato 18 agosto 2012

Le Pussy Riot " condannate a due anni di carcere


Pussy Riot "teppiste", condannate a due anni di carcere Mosca, 17 ago. (TMNews) - Le tre ragazze del gruppo punk russo Pussy Riot sono state condannate a due anni di carcere ciascuna per teppismo e incitazione all'odio religioso al termine di un processo che ha acquisito un'inaspettata risonanza internazionale. Una condanna severa, che sembra confermare l'idea che Vladimir Putin, tornato al Cremlino a maggio, non voglia fare concessioni nè all'opposizione interna nè agli occidentali preoccupati della sua stretta sul paese. Una condanna immediatamente definita "sproporzionata" all'unisono da Washington, Bruxelles e da molti paesi europei. Il patriarcato ortodosso, che aveva definito il gesto delle Pussy Riot un "sacrilegio", chiedendo un pena adeguata, ha cambiato linea dopo la pronuncia della sentenza, invocando "clemenza" per Nadezhda Tolokonnikova, 22 anni, Ekaterina Samutsevich, 30 anni, e Maria Alekhina, 24 anni, ree di aver cantato a febbraio una preghiera punk nella cattedrale moscovita di Cristo Salvatore, chiedendo alla Vergine di "liberarci da Putin". Le ragazze hanno "violato l'ordine pubblico" e "offeso i sentimenti dei fedeli" senza esprimere pentimento, ha dichiarato il giudice Marina Syrova, che ha posto l'accento sul carattere "sacrilego" della performance e sull'"odio delle religione". "E' una vergogna! Un'ingiustizia!" hanno gridato molti in aula all'annuncio della sentenza, inferiore di un anno alla richiesta dell'accusa. Le tre ragazze hanno sorriso alla lettura dell apena, che scatta da marzo scorso, quando sono finite in carcerazioen preventiva. La lettura del dispositivo ha impiagato quasi tre ore e Syrova ha ripreso gran parte degli argomenti presentati dall'accusa nella requisitoria del 7 agosto scorso. Le critiche dall'estero non si sono fatte attendere. Quasi immediata la reazione dell'ambasciata Usa in Russia, che ha definito "sproporzionato" il verdetto, seguita dal capo della diplomazia Ue Catherine Ashton e dalla cancelliera tedesca Angela Merkel oltre che dalle diplomazie di Berlino, Parigi e Stoccolma. Tra lo stupore generale il patriarcato ortodosso russo in serata ha pubblicato un comunicato chiedendo clemenze per le tre ragazze. "Senza mettere in dubbio la legittimità della sentenza, chiediamo alle autorità dello Stato di dar prova di clemenza nei confronti delle condannate, nella speranza che esse rinuncino a qualsiasi ripetizione di questo genere di sacrilegio" si legge nella nota dell'Alto consiglio della Chiesa ortodossa russa. L'intransigenza della gerarchia ortodossa nella vicenda Pussy Riot ne ha appannato l'immagine e ha prodotto una spaccatura tra i fedeli, molti dei quali ritengono che il perdono sia più cristiano della richiesta di punizione. Nikolay Polozov, uno dei legali delle Pussy Riot, ha confermato che presenterà appello. Con quasta sentenza "le autorità russe si sono condannate da sole" ha scritto su Twitter. Il padre di Ekaterina Samutsevich ha detto all'Afp che non si aspettava "un verdetto tanto severo". Il blogger anticorruzione Alexeï Navalny, figura di punta dell'opposizione, ha parlato di "distruzione dimostrativa della giustizia" e di un processo "degno dell'Inquisizione". "E' semplicemente un'idiozia" ha commentato lo scrittore Boris Akunin, altro leader della protesta. Fuori dal tribunale circa 400 manifestanti hanno gridato "Vergogna!" e "Fascisti!". La polizia, forte di un imponente schieramento attorno all'edificio, ha fermato una essantina di sostenitori delle Pussy Riot. Sono finiti in commissariato anche il leader del Fronte della sinistra Sergei Udaltosv e l'ex campione di scacchi Garry Kasparov, che è stato malmenato dai poliziotti. In piazza anche alcuni manifestanti ortodossi e ultranazionalisti. Molte le manifestazioni a sostegno delle Pussy Riot in Russia, a San Pietroburgo, Yekaterinburg e Samara. La vicenda ha assunto una dimensione mondiale quando numerosi musicisti internazionali hanno espresso la loro solidarietà. Artisti del calibro di Paul McCartney, Madonna, Sting e Yoko Ono, la vedova di John Lennon, hanno chiesto la liberazione delle ragazze. Manifestazioni anche in molte grandi città occidentali, da Parigi a Bruxelles, da Londra a New York passando per Barcellona. La sentenza coincide con i primi cento giorni del terzo mandato di Vladimir Putin al Cremlino, un periodo in cui il presidente ha rafforzato il controllo delle autorità sullla società civile con l'obiettivo di contenere un movimento di protesta senza precedenti. Secondo un sondaggio del centro Levada la popolarità di Punti è al minimo dal 2000, al 48%, di 12 punti più in basso rispetto a maggio. In un'intervista pubblicata stamani su Novaya Gazeta, le Pussy Riot annunciano che non chiederanno la grazia a Putin. "E' lui che ci deve chiedere di graziarlo" ha detto Tolokonnikova. Bea

giovedì 16 agosto 2012

Gb, pubblicate foto dei primi 20 evasori del Paese

GB: governo pubblica lista dei 20 evasori fiscali piu' ricercati
Sono molto sfortunati i primi 20 evasori del fisco britannico. Il governo anglosassone ha, infatti, pubblicato una lista online con tanto di foto segnaletiche, generalità e precedenti giudiziari . In totale, i 20 triffatori hanno evaso il fisco di Sua Maestà per 700 milioni di lire inglesi. Uno spunto per il G. Monti?

mercoledì 15 agosto 2012

E' già iniziato il gioco delle poltrone dei democratici

Circolano sul web, ma non solo, diverse indiscrezioni che forse possono dipingere la situazione all'interno del Pd, ma anche fuori,  e più in generale del centrosinistra.
Secondo alcuni "rampanti" dirigenti del primo partito italiano, è iniziato concretamente il "toto-ministri", o meglio "toto-istituzioni".
In caso di vittoria (ormai non troppo sicura), la poltrona di premier andrà a Bersani (o, comunque, al vincitore delle primarie). Quella di Presidente della Camera, poltrona molto ambita, può contare su pretendenti di primo livello. Si parla di due big del partito, quali: Veltroni (il favorito) e R. Bindi (attuale vicepresidente della Camera).
 Ma niente preoccupazioni, per la cattolica democratica (evitiamo di usate termini quali democristiana) è occupata un'altra posizione di prestigio: vice-premier, un ruolo gratificante ma di secondo piano.
Se per la Camera si può parlare di una vera e propria corsa, per il Senato della Repubblica non è così, non appare infatti  nessun pretendente. Ma tempo al tempo.
A volare alto, invece, è D'Alema, che sogna un incarico internazionale, come la Commissione europea o addirittura  la guida della Nato. Magari passando prima dalla Farnesina, che lo metterebbe in pole position non appena si aprisse una' opportunità oltreconfine, con l'appoggio assicurato dei colleghi europei.
Per il fedelissimo bersaniano Enrico Letta si parla invece di un "ministero", per precisione, il Ministero dello Sviluppo Economico.

Il toto-nomi non è ovviamente finito, restano all'oscuro del gioco delle poltrone pestigiosissime come, per dirne una, quella della Presedenza della Repubblica, ambita da tutti i politici.

Non è mia intenzione criticare o giudicare l'operato del Pd. Non ora, non adesso. Perchè?
Perchè queste sono indiscrezioni, possono essere veritiere oppure semplici bufale.

Monti e le tasse, un rapporto complicato.

lunedì 13 agosto 2012

Rinvio a giudizio per il maggiordomo del Papa


20120813_130714_CCF6960D.jpgCittà del Vaticano, 13 ago. (TMNews) - La magistratura vaticana ha rinviato oggi a giudizio Paolo Gabriele, il maggiordomo del Papa accusato di furto aggravato delle carte riservate del pontefice. Nella sentenza di rinvio a giudizio del giudice istruttore Piero Antonio Bonnet si legge che viene rinviata a giudizio, per concorso in furto aggravato, favoreggiamento e violazione del segreto, anche una seconda persona, Claudio Sciarpelletti, dipendente della segreteria di Stato, informatico, arrestato, senza che sinora se ne sapesse nulla, lo scorso 25 maggio. Il suo ruolo, ha puntualizzato il portavoce vaticano Federico Lombardi, è "marginale". Sciarpelletti è "cittadino italiano" e dipendente della Segreteria di Stato vaticana. E' stato detenuto per una sola notte nelle celle di sicurezza della gendarmeria vaticana, il 25 maggio, poi, "previa cauzione", ha ottenuto la libertà provvisoria, inizialmente condizionata all'obbligo di osservare "alcune prescrizioni", poi cancellato. E' difeso dall'avvocato Gianluca Benedetti, mentre Paolo Gabriele è assistito da Carlo Fusco e Cristiana Arru. Il processo a loro carico non si svolgerà prima del 20 settembre, data di riapertura del tribunale vaticano dopo la pausa estiva.

Sui nomi dei testi e di altri possibili complici di Gabriele, la Santa Sede ha scelto di ricorrere a lettere che nascondono l'identità delle persone.
Tra il materiale sequestrato a Paolo Gabriele, si legge nella sentenza di rinvio a giudizio, i gendarmi hanno rinvenuto anche "un assegno del 26 marzo 2012 intestato a Sua Santità Benedetto XVI relativo a una somma di 100mila euro, di una pepita presunta d'oro e di una edizione della traduzione dell'Eneide di Annibal Caro del 1581". Nel corso della detenzione, iniziata con l'arresto del 23 maggio e conclusa con la concessione degli arresti domiciliari il 21 luglio, Gabriele è stato sottoposto a una perizia psichiatrica. La magistratura vaticana non ha ritenuto, però, che emergesse un profilo psicologico tale da non poter considerare imputabile il maggiordomo del Papa.
Negli interrogatori a cui è stato sottoposto durante la detenzione il "corvo" ha raccontato di avere incontrato il giornalista Gianluigi Nuzzi, autore del best-seller di "Sua Santità", nell'appartamento di quest'ultimo. Gabriele ha precisato, a quanto si legge nella sentenza di rinvio a giudizio, di non aver "ricevuto versamenti in denaro o altri benefici" e di non aver agito spinto "da diverse ragioni quali i miei interessi personali, inoltre ritenevo che anche il Sommo Pontefice non fosse correttamente informato su alcuni fatti. In questo contesto (fui) spinto anche dalla mia fede profonda e dal desiderio che nella Chiesa si dovesse far luce su ogni fatto". Paolo Gabriele riferisce anche di essere stato intervistato anonimamente da Nuzzi per la trasmissione "Gli Intoccabili" (La7).
Nel documento, presentato oggi in Vaticano, si riferisce anche di un confronto tra Paolo Gabriele e il segretario del Papa, Georg Gaenswein, al momento in cui quest'ultimo, accertato il furto delle carte riservate, ha comunicato a Paolo Gabriele la sospensione "ad cautelam". Gabriele riferisce di aver passato le stesse carte date a Nuzzi anche a questo padre spirituale, il quale, sempre secondo la sentenza della magistratura vaticana, ha poi bruciato i documenti.
Durante un interrogatorio con i magistrati vaticani lo scorso cinque giugno, Gabriele ha detto: "Preciso che vedendo male e corruzione dappertutto nella Chiesa, sono arrivato negli ultimi tempi, quelli della degenerazione, a un punto di non ritorno, essendomi venuti meno i freni inibitori. Ero sicuro che uno shock, anche mediatico, avrebbe potuto essere salutare per riportare la Chiesa nel suo giusto binario. Inoltre nei miei interessi c`è sempre stato quello per l`intelligence, in qualche modo pensavo che nella Chiesa questo ruolo fosse proprio dello Spirito Santo, di cui mi sentivo in certa maniera un infiltrato".

sabato 11 agosto 2012

La strana storia dei cosmetici

Quante donne e uomini, in svariate occasioni, utilizzano dei prodotti cosmetici? La società del 2000, sempre più impegnata nell'apparire e non nell'essere, non ne può più  farne almeno. Giorno dopo gioro tonnellate di prodotti per la pulizia intima ( e non solo) vengono consumati in Europa, America, Oceania e Asia. Tutti noi sappiamo che qualsiasi prodotto a nostra disposizione, dallo shampoo alla crema sorale, deriva dal petrolio, ma quest'affemazione è troppo generica.
Ogni cosa, se trattata come si deve, può essere utilizzata senza recar nessun danno all'uomo e all'ambiente.  Peccato che le multinazionali americane (anche quelle europee e asietiche non scherzano) siano sempre più affamate di denaro, e quindi puntino al risparmio. Ma oltre che a risparmiare, alle multinazionali,  interessa guadagnare ingenti somme di denaro. Cosa possiamo fare noi cittadini? E' una bella domanda, che molti si sono posti. Sotto il mio punto di vista credo che per prima cosa occorra informarsi e informare tutti gli altri, utilizzando le avanzate tecnologie a nostra disposizione.
Vi propongo ora un bellissimo video, che vi sarà utile per capire e comprendere meglio le dimensioni del problema  

 

venerdì 10 agosto 2012

Domande "senza risposta" per un partito "senza futuro"


di Gaspare Serra

Cos’è il Partito Democratico?
Il Pd è stato presentato come un’operazione politica “mai tentata prima” in Italia (forse non a caso!): il tentativo d’unificare sotto l’effige d’un solo partito le “radici democristiane” (ex Margherita) con la “storia post-comunista” (ex Ds).
Ma qual è stato il risultato di questa “fusione a freddo” se non la nascita di un partito né “pesante” (stile vecchio Pci) né “leggero” (stile ex Forza Italia), bensì “gassoso”, ovverossia politicamente “inconsistente” (riassumibile nello slogan “Ma anche...” ideato da Maurizio Crozza)?
Se finanche due fondatori del Partito hanno, a suo tempo, definito lo stesso un “amalgama malriuscito” (Massimo D’Alema) ed un “tubetto senza dentifricio” (Arturo Parisi) come dargli torto?


Perché è nato il Pd?
Il Pd ha visto la luce sulla spinta della necessità di “andar oltre” un centrosinistra tanto capace di vincere le elezioni quanto incapace di governare.
Ma ha rappresentato la migliore cura possibile al malessere di una coalizione “ipertrofica”?
Quale risultato di rilievo ha, fin’oggi, ottenuto il Partito, se non epurare la Sinistra (sia comunista che socialista) dal Parlamento e mettere in “crisi esistenziale” milioni di elettori delusi e spaesati?
Quanto, dietro il presunto “coraggio politico” di Water Veltroni, si è celata:
1-                  un’“illusione” (la costruzione di un partito autosufficiente, a vocazione maggioritaria, capace di riunire omogeneamente le anime laiche e cattoliche dello schieramento);
2-                  un “incubo” (veder presentato come “nuovo” un partito costituito da personaggi “vecchi”, logori, consunti: praticamente la trasposizione della vecchia classe dirigente dei Ds e della Margherita!);
3-                  e una “presunzione” (concepire un “partito-coalizione” in un sistema politico, quale quello italiano, che né è né sarà mai bipartitico)?


Quale “identità politica” riconoscere nel Pd?
Nel Pd convivono due anime ben diverse: quella “post-comunista” e quella “post-democristiana”.
Ma fino a che punto tale convivenza è possibile?
Fino a che punto tale convivenza non si traduce nella mancanza di una chiara “identità politica”?
Il Pd oggi è fermo, “impallato”, dinanzi a un bivio.
Due sole le strade percorribili:
1-                  l’una quella di ambire a rappresentare la Sinistra italiana.
Se la scelta ricadrà su questo percorso, il Partito dovrà decidersi a “cambiar volto” (non potendo farsi rappresentare dai vari Enrico Letta, Giuseppe Fioroni, Marco Follini…), “cambiar programma” (non potendo, ad esempio, aver paura anche solo di citare le parole “diritti civili” o “laicità”!) e “cambiar comunicazione” (dovendo esprimere in maniera inequivoca un’idea ben chiara di politica e di società contrapposta a quella fin qui egemone berlusconiana).
2-                  L’altra è quella di ambire a riportar in vita le glorie passate della Democrazia Cristiana.
Se la scelta ricadrà su questa strada, invece, si punti a costruire un nuovo “Partito Democratico Cristiano” (pronto a far man massa di voti nell’affollato bacino elettorale moderato, così da compensare l’emorragia di consensi che si dovrà fronteggiare a sinistra).
Entrambe le scelte sono legittime… ma “inconciliabili”!
E non sarà mai troppo tardi il momento per il Pd di mettere fine a questo infinito “equivoco”…


Un’alternativa al progetto politico Democratico era possibile?
Dopo la disastrosa esperienza di governo Prodi-Padoa Schioppa una svolta politica era “inevitabile” nel centrosinistra, data la necessità:
1-                  di semplificare il quadro politico (essendo improponibile una “coalizione-ammucchiata” di 7-8 partiti!);
2-                  e di isolare le ali più estreme (di Centro come di Sinistra).
La svolta c’è stata, ed è sfociata nel Pd.
Una alternativa, comunque, era possibile e sarebbe potuta consistere nella rifondazione di un centrosinistra ancorato su due pilastri:
1-                  un partito socialdemocratico sul modello europeo (che puntasse a riunire le forze riformiste della Sinistra);
2-                  ed un partito dei moderati (che puntasse a riunificare i cattolici riformisti italiani).
Partiti alleati ma dalla identità e dal bacino elettorale di riferimento ben distinti e definiti.
Un’alternativa che, probabilmente, sarebbe risultata “più chiara” dinanzi agli elettori, “più credibile” sullo scenario europeo e “più logica” rapportata alla realtà politica italiana…


Quando giungerà il momento, anche nel Pd, di “rottamare” l’usato sicuro?
Rimarrà a futura memoria lo sfogo di Nanni Moretti del 2001, quando, da una gremita piazza Navona, il Regista pronunciò l’ardua sentenza: “con questa classe dirigente non vinceremo mai!”.
In effetti, il centrosinistra non ha praticamente più vinto da allora (salvo l’effimera vittoria dell’Unione di Prodi nel 2006), ma la classe dirigente di allora è praticamente rimasta la stessa di oggi!
Nel Pd “resiste” una classe dirigente “sfrontata e fallita”:
-                      D’Alema “ha fallito” il suo progetto politico più ambizioso (la Bicamerale) e sarà ricordato più come  ottimo ministro degli Esteri che come Premier o segretario di partito;
-                      Veltroni “ha fallito” il suo progetto politico più ambizioso (la vocazione maggioritaria del Pd) e sarà ricordato più come ottimo sindaco che come vice Premier o segretario di partito...
Il Pd, perciò, avrà un futuro solo nei limiti in cui i suoi elettori sapranno “riappropriarsi” del loro partito, fin ora gestito dai suoi dirigenti come se si trattasse di “cosa loro”!


Un’alternativa per il Pd al centrosinistra è possibile?
Il motto del centrosinistra in questi anni è stato “uniti per dividersi!”: coalizioni “frammentate e disomogenee” (l’Ulivo prima, l’Unione poi…) non hanno messo alcun freno ai propri “istinti kamikaziani”!
Passata la “sbronza veltroniana” dell’autosufficienza, però, è ormai chiaro che non esiste alcuna alternativa credibile che la ricostituzione di un asse Pd-Sel-Idv!
Non si tratterebbe della riproposizione del’Unione (una colazione di 7-8 partiti e partitini) bensì di un’alleanza tra le principali forze politiche del centrosinistra (escludendo forze radicali come la Federazione della Sinistra e inaffidabili quali i Radicali).
La principale responsabilità del Pd, semmai, è quella di non aver lavorato in tal senso negli ultimi anni (ciò che gli avrebbe consentito di potersi avviare alla campagna elettorale avendo già ben chiari alleati, programmi e candidato premier).
Quale sarebbe, del resto, l’alternativa?
Chiedere la mano a Casini (e, magari, a Fini!) col rischio di separarsi dalla propria base (che di “morir democristiana”, in larga parte, non ne vuole proprio sapere)?!
Bersani, invece, sembra ambire alla “strana alleanza” Vendola-Casini, escludendo Di Pietro…
Il rischio, però, è:
1-                  che si ripeta lo stesso errore in precedenza compiuto da Veltroni (escludere Sel ed includere i Radicali, per poi rammaricarsi della prima scelta e pentirsi della seconda!);
2-                  e che si alimenti, specie ove si paventino “inciuci elettorali” post-voto con l’Udc in perfetto stile Prima Repubblica, un’“emorragia elettorale” di cui potrebbe beneficiare una possibile alleanza “anti-Sistema” Grillo-Di Pietro!

 Noi del blog la Dialettica Politica ringraziamo di cuore Gaspare Serra per il suo importante contributo.
Visitate il blog di Gaspare Serra

mercoledì 8 agosto 2012

L'incubo della sinistra italiana: la compattezza

Da mesi il Pd di Bersani tende a chiudere le porte del cetrosinistra all'IdV dell'ex Pm Di Pietro, mentre Vendola e il suo partito "extraparlamentare" tenta di mediare, ma senza alcun successo.
 Se da un lato il Pd chiude a Di Pietro, dall'altro si rende disponibile per una futura, e ormai probabile, coalizione con l'UdC e le altre forze cattoliche e moderate.
Ma il quadro generale della sinistra italiana è pieno di interrogativi. Uno fra tutti è il seguente: Che fine faranno i partiti come i Verdi, Rifondazione Comunista e Socialisti Italiani?
Nessuno lo sa, il Pd e tutte le altre forze maggiori della sinistra in Italia non dicono niente a riguardo.

Secondo i maggiori rappresentanti della galassea dei comunisti, l'unica via percorribile è quella dell'alleanza fra IdV e comunisti e tutte le altre forze della sinistra vera, creando un'alternativa valida al centrosinistra moderato e ovviamente alla destra berlusconiana. Insomma, l'obbiettivo dei comunisti è quello di introdurre in parlamento un partito (o una aggregazione di partiti parlamentari) simili al Pasok, partito greco che nelle  ultime elezioni ha conquistato il titolo di seconda forza politica in parlamento.



Ma l'IdV non sembra essere interessata, l'attenzione del leader dei Valori, sembra essere concentrata su Grillo e sul suo movimento 5 Stelle, anche se i grillini tutti ribadiscono un concetto chiave: "bisogna correre da soli".

Un'altra alternativa sembra essere quella del "quarto polo per l'Italia", composto da IdV e Sel, alternativa che ormai sembra impossibile da praticare, visto la rottura di Sel da Di Pietro.

Forse agli elettori della sinistra italiana, non resta altro che votare o non votare la Coalizione Pd-UDC-Sel per i diritti civili. Lo sappiamo tutti, questa è la democrazia moderna!

venerdì 3 agosto 2012

Pd-Udc-Sel, ecco la nuova coalizione dei diritti civili

Finalmente! Il centrosinistra si è nuovamente ricompattato. Con il polo della speranza (persa), composto da Pd-Udc-Sel, l'Italia può iniziare a guardare avanti e a fare passi enormi in campi come i diritti civili e arrivare nel 2013 inserendo nella Costituzione il seguente principio: "I matrimoni gay sono una violenza della natura sulla natura".

La sinistra italiana  vuole copiare quella francese, ma forse, i nostri politici,  hanno sbagliato esempio. Ma niente paura, Fioroni, non è così diverso da Hollande.

Parlando seriamente, ormai viene difficile farlo, con quale faccia i democratici e, in particolar modo, Vendola vogliono unirsi con l'Udc di Casini per formare una "coalizione di governo"?

Bersani in questi giorni sta mettendo in discussione le tanto famose leggi della natura. Secondo il noioso leader del Pd, da oggi in poi, una foca può accoppiarsi con un pinguino, visto che l'unione civile fra Casini ed egli stesso è quasi pienamente riuscita.

Ma a preoccupare seriamente non è Bersani, né tantomeno Casini, ma Vendola. Il leader di Sel, un giorno dice una cosa ("La coalizione è aperta a tutti quelli che condividono le nostre battaglie") e il giorno dopo né dice un'altra ("La mia casa è il centrosinistra, nella mia casa Casini non c'è"). Ma chi è veramente a farne le spese? Sicuramente i cittadini, che da un lato vedono Berlusconi e le solite faccie come Alfano, La Russa, Gasparri etc e dall'altro vedono invece un'orgia fra Casini, Bersani e Vendola.

Serve un'alternativa seria, non una buffonata come questa. Il Pd già da se è moderato e quasi centrista, con l'aggiunta dell'Udc e l'esclusione dell'IdV, la futura "coalizione di governo" più che di centrosinistra...è di centro.

Il dl sviluppo è legge, ecco cosa cambia.

E' fatta, il dl sviluppo è legge. Palazzo Madama approva il decreto sviluppo con 216 voti a favore, 33 contrari e 4 astenuti su un totale di 253 senatori presenti.

Il dl sviluppo introduce nuove misure in moltepli settori:

INFRASTRUTTURE: Le defiscalizzazioni già previste per le società di project financing, sono estese a tutti i casi di partenariato pubblico-privato. Diventa obbligatoria la Conferenza di servizi preliminare per la finanza di progetto. Sale dal 50% al 60% la percentuale minima di lavori che i concessionari devono affidare a terzi. Arrivano 70 milioni per le infrastrutture dei porti, che avranno autonomia finanziaria.

 EXPO 2015: Accelerate le procedure per realizzare le opere. Finanziamento di 5 milioni alla Fabbrica del Duomo di Milano e istituzione della Fondazione Grande Brera.
 
ECOBONUS 55%: La detrazione Irpef del 55% per interventi di risparmio energetico degli edifici è prorogata al 30/6/2013.
 
RISTRUTTURAZIONI: Sale dal 36% al 50% la detrazione Irpef per le ristrutturazioni edilizie (limite sale a 96.000 euro).
 
SI RAFFORZA SPORTELLO UNICO EDILIZIA: Si rafforza lo sportello unico per l'Edilizia, che diventa l'unico canale cui rivolgersi per tutte le pratiche.
 
PIANO NAZIONALE CITTÀ: 224 milioni confluiscono nel Fondo per l'attuazione del Piano. Altri 68 milioni per il recupero di alloggi ex Iacp non assegnati.
 
AUTO ELETTRICA: Incentivi dai 3.000 a 5.000 euro per l'acquisto di un auto elettrica, e contributi per costruire le colonnine di ricarica. Saranno omologate le auto che da benzina o diesel diventano elettriche montando il kit.
 
AGENZIA ITALIA DIGITALE: Attuerà l'Agenda digitale, e cioé la diffusione delle tecnologie informatiche.
 
FONDO CRESCITA SOSTENIBILE: Vengono eliminati alcuni FOndi di incentivi alle imprese osboleti e nasce questo strumento volto a sostenere la green-economy e i settori innovativi.
 
CREDITO IMPOSTA: Per le assunzioni a tempo indeterminato di laureati in materie scientifiche. Il contributo copre il 35% delle spese con un tetto di 200.000 euro per impresa. Perdono il beneficio le aziende che delocalizzano all'Estero.
 
CAMBIALI FINANZIARIE: Le imprese possono di emettere cambiali finanziarie e obbligazioni a condizione che sia assistita da uno sponsor, e che il bilancio sia assoggettato a revisione.

- IVA PER CASSA: Viene elevata da 200mila a 2 milioni di euro la soglia di volume d'affari delle imprese che possono posticipare il pagamento dell'Iva all'atto di emettere fattura.
 
ARRIVA `FILTRO´ PER APPELLO PROCESSI: In base alla norma sul `filtro´ per l'appello nel processo civile, l'impugnazione è dichiarata inammissibile dal giudice competente quando non ha una ragionevole probabilità di essere accolta.
 
FALLIMENTI: Modificata la legge consentendo il concordato con continuità aziendale, con prosecuzione dell'attività d'impresa.

FILTRO APPELLO PROCESSI: Nel processo civile l'impugnazione é dichiarata inammissibile dal giudice competente quando non ha una ragionevole probabilità di essere accolta.
 
RIGASIFICATORI: Concessione demaniale entro 150 giorni. Il governo interviene se la Regione non esprime il proprio parere.
 
CONTRATTO DI RETE: Alle imprese che formano un Contratto di rete, istituendo un fondo patrimoniale unico, è riconosciuta la possibilità di acquisire soggettività giuridica. LAVORO: Modificata la recente riforma sulla flessibilità in entrata e sugli ammortizzatori sociali (mobilità fino al 2014).
 
IMPRESE SPETTACOLO COME PMI: Gli organismi dello spettacolo dal vivo vengono assimilati alle Pmi, consentendo quindi di poter usufruire delle agevolazioni previste da questo settore.
 
CINEMA ESONERATI DA TASSA COMUNALE: I cinema vengono esonerati dal pagamento dell'imposta comunale sulla pubblicità.
 
SISTRI: L'entrata in vigore del Sistema sulla tracciabilità dei rifiuti è sospeso fino al 30 giugno 2013.
 
GIOVANI E GREEN ECONOMY: Finanziamenti alle imprese verdi che assumono a tempo indeterminato giovani Under 35.
 
ALIMENTARE: Nuovo sistema di etichettatura contro le contraffazioni del Made in Italy.
 
RICERCA: Imprese, università ed enti di ricerca, potranno ottenere contributi a fondo perduto, crediti agevolati, crediti di imposta e agevolazioni fiscali.

TERREMOTO ABRUZZO: La gestione commissariale della ricostruzione dell'Abruzzo finisce il 31 agosto prossimo e dal 16 settembre inizierà la gestione ordinaria. I poteri passano ai Comuni. I fondi per la ricostruzione non saranno conteggiati ai fini del patto di stabilità interna.
 
SISMA EMILIA: Assegnati 79 milioni per la ricostruzione o la messa in sicurezza dei capannoni industriali delle zone di Emilia, Veneto e Lombardia colpite dal sisma. Nel `cratere´ inseriti anche i comuni di Mantova e Ferrara e altri centri delle province di Ferrara, Mantova, Cremona e Rovigo

fonte: lastampa.it

giovedì 2 agosto 2012

Vendola:La mia casa è il centrosinistra e nella mia casa non c'è l'UDC

Nichi Vendola si rivolge «ai militanti del centrosinistra» con una video-lettera. «Con Bersani abbiamo discusso del centrosinistra. Questa è la casa che io voglio contribuire a costruire. Ed è una casa in cui non c'è l'Udc, questo non è l'esercizio di un diritto di veto, è una constatazione. Casini ha fatto un altro percorso, le sue posizioni ad esempio in materia di diritti civili sono state in questi anni antitetiche e alternative a quelle che il campo progressista ha potuto rappresentare. E se Casini immagina che l'orizzonte della politica debba essere l'austerity e il liberismo da qui all'eternità è chiaro che Casini sarà un avversario e non un alleato».