Qualche domanda contro corrente a proposito della violenza sulle donne.
Non passa giorno senza che le cronache non riportino qualche delitto che
vede donne come vittime, vittime della violenza perpetrata da parte di compagni, mariti,
attuali o ex- Davanti a tanta violenza tra le mura domestiche, io non posso non chiedermi se siamo circondate da migliaia da
di Dr. Jeckyll e Mr. Hyde, o se le donne non sanno, o purtroppo spesso
non vogliono, leggere certi comportamenti degli uomini con cui si
accompagnano. Spesso si tratta di donne con due o tre figli: possibile
che si possa avere una vita sessuale assidua con un uomo e non
accorgersi che si ha a che fare con qualcuno il cui equilibrio
pisco-emotivo non è propriamente stabile? Con un violento capace di
massacrare di botte? Con un potenziale assassino e scambiarlo per un
uomo affidabile, con cui fare figli e dividere il proprio corpo??? Si
può vivere con un marito incestuoso, e non accorgersene, o addirittura
chiudere gli occhi, e spesso essere silenziosamente conniventi e prime
nemiche delle figlie vittime?? Io non credo che tutti quegli uomini che
perpetrano violenze e delitti contro le donne abbiano due personalità,
di cui una, quella oscura, talmente celata da non potersi individuare
nemmeno in anni di intima convivenza, e la risposta che mi do non mi
piace… E’ una risposta che, senza mettere in discussione il concetto di
vittima e carnefice, mette in discussione la responsabilità individuale
di ciascuna di noi, dopo che anni di rivendicazioni di indipendenza e
“gestione della propria fisicità” hanno (forse) liberato la donna dal
tabù della verginità, hanno reso la contraccezione facile alla portata di tutte, hanno sdoganato, specialmente presso la
generazione adolescenziale, il tabù della promiscuità sessuale, ha dato
via libera ad una libertà sessuale fisica che, purtroppo, ha portato
molte donne, di tutte le classi sociali, a consegnare sé stesse al primo
venuto, leggendone solo i messaggi del corpo ma non quelli della
mente.
Ci si potrebbe anche domandare: dove sono le famiglie di origine di queste donne? Nemmeno loro vedono, sentono, "annusano" niente? Come fanno a pensare che la cosa non riguardi anche loro? Come fanno a non intervenire in difesa di chi, magari, è talmente impaurita e soggiogata da non osare ribellarsi per paura di ritorsioni ancora peggiori?
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