sabato 10 novembre 2012

Casini: "Non siamo sudditi di Bersani". Il Pd risponde: "Udc decida con chi stare". Intanto l'alleanza fra i due partiti si sgretola sempre più

(AGI) - Roma, 10 nov. - "Il Pd si deve abituare a parlare e a trattare con rispetto gli amici che stanno in Parlamento. Noi non siamo stati sudditi di Berlusconi e, francamente, non vogliamo essere sudditi di Bersani. Non siamo disposti a piegare la schiena". Cosi' il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini, dal palco del Palacongressi dell'Eur, ha risposto al segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che aveva detto: "Casini morira' di tattica".
  "Certo nessuno e' suddito di nessuno, siamo tutti italiani e certamente Casini non e' un mio suddito". Pier Luigi Bersani ha controreplicato al leader dell'Udc che non aveva gradito quel 'morira' di tattica' con cui il segretario del Pd aveva commentato in mattinata la linea sulla legge elettorale. Detto questo, ha aggiunto, a margine di una manifestazione al Teatro Eliseo, "arriva il momento nel quale bisogna decidere, come sulla legge elettorale. voglio credere e credo che alla fine Casini e l'Udc rifletteranno per il meglio non del Pd ma dell'Italia".
  Il bene degli italiani, ha aggiunto, "e' un meccanismo che garantisca la governabilita'. Pongo il tema tranquillamente e giudico che possa comprendere". Sulla legge elettorale Bersani annuncia che il Pd non fara' passate la riforma della legge elettorale cosi' come e'stata disegnata in Senato. "Se noi valuteremo responsabilmente che l'Italia va un una situazione di ingovernabilita' ci metteremo di traverso", ha chiarito il segretario del Pd. Il nodo resta la soglia del 42,5% oltre cui scatta il premio di maggioranza. Piu' che una norma anti-Beppe Grillo, e' "una norma anti-Pd, il tentativo di dire 'muoia Sansone con tutti i filistei', ma noi non scherziamo". Per Bersani, dunque "e' indispensabile che ci sia "un ragionevole premio di governabilita' non sotto il 10% netto che quivale ad un 12,5% per ragioni tecniche". Questo premio "non garantisce una maggioranza assoluta ma che ci sia un azionista di riferimento in grado di dire chi governa, meno di questo sarebbe una cosa molto seria", ha insistito. DA RICOVERO CHI PENSA DA PALUDE MONTI-BIS "Chi pensa che dalla frammentazione venga fuori un Monti-bis e' da ricovero", ha detto il segretario del Pd nel corso di una iniziativa al Teatro Eliseo, a Roma. "Sarebbe una palude e dalla palude viene fuori solo un altro turno elettorale e si va come in Grecia a votare dopo sei mesi", ha insistito .

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