(AGI) - Roma, 10 nov. - "Il Pd si deve abituare a parlare e a
trattare con rispetto gli amici che stanno in Parlamento. Noi
non siamo stati sudditi di Berlusconi e, francamente, non
vogliamo essere sudditi di Bersani. Non siamo disposti a
piegare la schiena". Cosi' il leader dell'Udc, Pier Ferdinando
Casini, dal palco del Palacongressi dell'Eur, ha risposto al
segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che aveva detto: "Casini
morira' di tattica".
"Certo nessuno e' suddito di nessuno, siamo tutti italiani e
certamente Casini non e' un mio suddito". Pier Luigi Bersani ha
controreplicato al leader dell'Udc che non aveva gradito quel
'morira' di tattica' con cui il segretario del Pd aveva
commentato in mattinata la linea sulla legge elettorale. Detto
questo, ha aggiunto, a margine di una manifestazione al Teatro
Eliseo, "arriva il momento nel quale bisogna decidere, come
sulla legge elettorale. voglio credere e credo che alla fine
Casini e l'Udc rifletteranno per il meglio non del Pd ma
dell'Italia".
Il bene degli italiani, ha aggiunto, "e' un meccanismo che
garantisca la governabilita'. Pongo il tema tranquillamente e
giudico che possa comprendere".
Sulla legge elettorale Bersani annuncia che il Pd non fara'
passate la riforma della legge elettorale cosi' come e'stata
disegnata in Senato. "Se noi valuteremo responsabilmente che
l'Italia va un una situazione di ingovernabilita' ci metteremo
di traverso", ha chiarito il segretario del Pd.
Il nodo resta la soglia del 42,5% oltre cui scatta il
premio di maggioranza. Piu' che una norma anti-Beppe Grillo, e'
"una norma anti-Pd, il tentativo di dire 'muoia Sansone con
tutti i filistei', ma noi non scherziamo". Per Bersani, dunque
"e' indispensabile che ci sia "un ragionevole premio di
governabilita' non sotto il 10% netto che quivale ad un 12,5%
per ragioni tecniche".
Questo premio "non garantisce una maggioranza assoluta ma
che ci sia un azionista di riferimento in grado di dire chi
governa, meno di questo sarebbe una cosa molto seria", ha
insistito.
DA RICOVERO CHI PENSA DA PALUDE MONTI-BIS "Chi pensa che dalla
frammentazione venga fuori un Monti-bis e' da ricovero", ha
detto il segretario del Pd nel corso di una iniziativa al
Teatro Eliseo, a Roma.
"Sarebbe una palude e dalla palude viene fuori solo un
altro turno elettorale e si va come in Grecia a votare dopo sei
mesi", ha insistito
.
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