Roma, 5 apr. (TMNews) - Si allarga lo scandalo legato all'ex tesoriere
della Lega Francesco Belsito, con le rivelazioni emerse dagli atti
dell'inchiesta: nelle intercettazioni dei carabinieri del Noe, a quanto
riporta la stampa oggi, Belsito parla anche di numerose "elargizioni" ai
figli di Umberto Bossi e alla vicepresidente del partito, Rosy Mauro,
con i fondi distratti dalla tesoreria della Lega. Più precisamente
secondo il Corriere della Sera: "i costi di tre lauree pagati con i
soldi della Lega"; "I soldi per il diploma" di Renzo Bossi; e ancora
l'affitto di automobili per Riccardo Bossi fra cui una Porsche, i
decreti ingiuntivi e l'avvocato per lo stesso riccardo, 300.000 euro
destinati alla scuola Bosina di varese per Manuela Marrone, moglie di
Bossi, "l'ultima macchina del Principe, 50.000 euro", altri soldi per la
ristrutturazione della casa di Gemonio di Umberto Bossi. Ma anche
denaro a Rosy Mauro fra cui 200-300.000 euro che sarebbero stati dati al
sindacato padana Sinpa. Questo emergerebbe dagli sfoghi di Belsito con
l'impiegata della Lega Nadia Dagrada.
Belsito, che si è dimesso, è
indagato per appropriazione indebita e truffa aggravata ai danni dello
Stato per l'uso dei rimborsi elettorali. Secondo i Pm ha distratto soldi
pubblici per sostenere "i costi della famiglia Bossi". Ma nessuno crede
che, all'indomani dell'inchiesta giudiziaria che ha travolto la Lega,
la vicenda si possa chiudere con un semplice avvicendamento.
La
vera posta in questione è la ridefinizione dei rapporti di forza interni
all'indomani del terremoto provocato da uno dei personaggi cardine dei
"cerchisti" e in ultima analisi la successione alla leadership di Bossi.
Ed
è proprio sull'opportunità di celebrare presto il Congresso federale
della Lega che si concentra lo scontro interno in queste ore. Tra chi ha
l'interesse a mantenere lo statu quo, e chi chiede, come l'ex ministro
dell'Interno Roberto Maroni, rinnovamento completo: "Dobbiamo fare
subito pulizia - ha scritto l'ex ministro oggi su Facebook - chi ha
tradito la fiducia dei militanti deve essere cacciato, senza guardare in
faccia a nessuno. La Lega è un grande movimento, patrimonio di tutti i
militanti onesti. Troviamo subito in noi la forza per rinnovarci e per
ripartire più forti di prima".
Tra chi ha partecipato alla
segreteria politica in via Bellerio nessuno sa, o vuole far sapere, il
motivo dell'inusuale abbandono dell'incontro da parte di Umberto Bossi,
poco dopo metà seduta. Ma non viene nascosto che il leader sente una
"forte pressione" per la vicenda Belsito, che ha scaraventato lui e la
sua famiglia sulle prime pagine dei giornali. Opposto l'atteggiamento di
Maroni, che martedì aveva disertato il vertice fissato subito dopo la
notizia dell'inchiesta, mentre ieri lo ha presidiato fino alla fine, in
assenza del capo.
Oggi la scelta del tesoriere. Sarebbero tre i
nomi più accreditati. Bruno Caparini, bresciano, leghista della vecchia
guardia; Silvia Comaroli, deputata cremonese membro della Commissione
Finanza della Camera; Stefano Stefani, deputato, presidente Commissione
Affari esteri.
Da parte sua, la Padania oggi difende il leader:
"L'assalto finale del sistema" è il titolo di prima pagina. "L'intreccio
di politica, magistratura, media. Una bufera per mettere il bavaglio
all'unica voce scomoda. Il Corroccio si stringe attorno al Segretario,
Renzo e Riccardo Bossi: mai preso soldi dalla Lega".
rcc-aqu
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